Questo meraviglioso brano, scritto nel 1979, vuole descrivere un caldo e calmo pomeriggio estivo ma, dietro questa apparente calma, si cela un’inquietudine. E’ l’inquietudine del compositore! Questo perché nell’animo del maestro coesistono due aspetti musicali in conflitto tra loro: un aspetto ancorato alla solidità strutturale e formale e un altro legato al desiderio di sperimentare e ricercare nuovi modi di esprimersi. E’ proprio quest’ultimo aspetto che ci consente di scoprire e apprezzare momenti dove il maestro sembra schernire e quasi dissacrare gli elementi a cui egli tanto teneva: gli schemi formali e la compiutezza melodica. Infatti, se si escludono due episodi centrali, nei quali viene sviluppata con intensità e tensione una linea melodica permeata da lirismo, la rimanente parte del brano procede con frammenti, impressioni, indugi, particolari atmosfere e colori che vanno a riempire la tela di questo “ Quadro Sinfonico”.
Grazie alla sua maestrìa il compositore è riuscito, però, a fondere gli elementi dei due aspetti dell’animo, consegnandoci in tal modo una pagina musicale di un’eccepibile unitarietà e veramente suggestiva che trova il suo culmine nell’originale finale. E’ proprio in questo punto che emerge l’essenza di questo brano perché Coggi riprende un frammento tematico e lo disintegra fino a farlo dissolvere in un pianissimo surreale che, come per incanto, fa svanire la musica nell’aria ma, questo impalpabile pianissimo, insieme alle note, sembra far svanire nell’aria anche il caldo e calmo pomeriggio estivo e l’inquietudine del maestro.